L’ “IDENTIKIT” dello STONE-FORMER
La calcolosi renale rappresenta una condizione patologica relativamente frequente, ad alto impatto socio-economico, che coinvolge il 19% degli uomini ed il 9% delle donne. I calcoli renali hanno un elevato rischio di ricorrenza, riformandosi nel 50% dei casi a 5 anni e nell’80-90% dei casi a 10 anni. La frequenza di calcoli renali nella popolazione italiana tende ad aumentare, a causa della crescita dei casi di obesità, ipertensione, diabete e sindrome metabolica. Viceversa, i pazienti affetti da litiasi renale hanno un rischio più alto di sviluppare ipertensione, malattia coronarica, danno renale cronico e malattia renale cronica allo stadio terminale che richiede la dialisi.
I CALCOLI RENALI: COSA SONO?
L’80% circa dei calcoli renali è composto da ossalato di calcio, misto a fosfato di calcio; fra gli altri i più comuni sono i calcoli di acido urico, cistina e struvite. I calcoli renali sono formazioni minerarie, dal color ambrato al marrone in base alla loro composizione, dalla superficie liscia o frastagliata, che si trovano liberi o fissi nel tessuto renale. La formazione di un calcolo riconosce due processi chimici fondamentali: la nucleazione dei cristalli e la loro crescita ed agglomerazione. La nucleazione, il primo stadio della cristallizzazione, è il processo per cui le molecole disciolte in una soluzione iniziano a concentrarsi ed aggrupparsi. I cristalli di fosfato di calcio così formati, si depositano nei reni dove, a contatto con l’urina, stabiliscono un nucleo per la deposizione di cristalli di ossalato di calcio. L’eliminazione urinaria di determinati soluti è in grado di influenzare il principio di sovrasaturazione delle urine, aumentando il rischio di formazione di calcoli.
FATTORI DI RISCHIO ED ASPETTI DIETETICI
I principali fattori di rischio sono:
- la dieta,
- l’assunzione di liquidi,
- la predisposizione genetica.
Diete povere di calcio e ad elevato carico acido (es. proteine di origine animale), ed uno scarso introito di liquidi giornaliero aumentano il rischio di formazione di calcoli renali di ossalato di calcio. Il consumo di bevande gassate e zuccherate è associato ad un maggior rischio di calcoli renali mentre il consumo di caffè, tè, birra, vino e succo d’arancia è associato ad un rischio minore. Un elevato apporto di liquidi è ampiamente riconosciuto come il cardine nella prevenzione di tutti i tipi di calcoli renali; sono ancora in corso studi sulla efficacia di diete iposodiche ed a basso contenuto di proteine. La formazione dei calcoli di calcio può essere prevenuta con alcuni farmaci, come i diuretici tiazidici, il citrato di potassio e l’allopurinolo, sebbene, ad oggi, non esista un farmaco specifico.
LA PREVENZIONE…PASSA DAL NEFROLOGO!
Non di rado ci si accorge di essere affetti da nefrolitiasi in seguito ad una dolorosa colica renale; altrettanto di frequente l’episodio si risolve con l’assunzione di antidolorifici/antinfiammatori e con l’espulsione del calcolo con risoluzione del quadro clinico. Un solo episodio può essere sporadico e non deve destare preoccupazioni, ma se gli episodi sono ripetuti e/o c’è evidenza ecografica o radiografica di calcoli renali multipli e bilaterali non bisogna esitare a contattare un Nefrologo esperto in calcolosi renale con il quale intraprendere un corretto e personalizzato iter diagnostico-terapeutico, al fine di prevenire la formazione di nuovi calcoli e, dunque, il rischio di infezioni renali, ipertensione e malattia renale cronica.